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Allo Spazio Oberdan e MIC- Museo Interattivo del Cinema omaggio a Carlo Lizzani

28/10/2013 | News
Allo Spazio Oberdan e MIC- Museo Interattivo del Cinema omaggio a Carlo Lizzani

Presso il MIC- Museo Interattivo del Cinema e Spazio Oberdan, dal 31 ottobre al 9 novembre, un sentito e doveroso ricordo di Carlo Lizzani, scomparso a Roma il 5 ottobre scorso. Raro esempio di rigore morale e libertà di pensiero e azione, Lizzani è stato prima di tutto un grande intellettuale che ha messo la sua vita al servizio del cinema, da lui attraversato in veste di attore, sceneggiatore, regista, critico e storico, sempre amandolo, difendendolo e rilanciandone la centralità nella cultura italiana (memorabili le edizioni del Festival di Venezia da lui diretto fra il 1979 e il 1982).

Dopo aver collaborato a importanti riviste come «Cinema» e «Bianco e nero», Lizzani aveva debuttato in veste di sceneggiatore, e in qualche caso attore, in opere fondamentali del neorealismo come Il sole sorge ancora (A. Vergano, 1946), Caccia tragica (G. De Santis, 1947), Germania anno zero (R. Rossellini, 1947), per passare quindi alla regia nel 1951 con Achtung! Banditi (1951). Da quel momento la sua carriera procede all’insegna di una prodigiosa vitalità che lo porterà a firmare oltre cinquanta titoli, tra film per il grande schermo e, negli ultimi tempi, per la televisione.

Quello di Lizzani è un cinema caratterizzato da uno stile diretto, essenziale, attento ai fatti, frutto della convinzione del suo autore che la settima arte, lontano da derive estetizzanti ma senza dimenticare il valore aggiunto del linguaggio, debba occuparsi della cronaca e della storia, facendosi veicolo di riflessione, dibattito, approfondimento dei principali eventi che hanno segnato la vita di un paese. E di questo crediamo dia buona testimonianza la rassegna che qui presentiamo. Dodici i lungometraggi in programma, tutti degni di menzione, ma fra i quali segnaliamo in particolare: Cronache di poveri amanti (1962), spaccato della vita quotidiana di persone semplici su cui si abbatte la brutalità della violenza squadrista del nascente fascismo; il già ricordato esordio di Lizzani alla regia Achtung! Banditi, uno dei film più convincenti di sempre sulla guerra partigiana; i quattro film che vedono la città di Milano protagonista: Lo svitato (1956), variazione comica sul tema del potere, con protagonista uno stralunato Dario Fo; La vita agra (1964), amara parabola sui guasti del consumismo dal romanzo omonimo di Luciano Bianciardi, Banditi a Milano (1968), tipico esempio di film di genere ma dai forti connotati autoriali con al centro le imprese criminali della Banda Cavallero; San Babila ore 20 (1975), coraggiosa denuncia del clima di violenza presente nell’Italia ferocemente politicizzata degli anni Settanta; e infine l’ultimo lungometraggio di Lizzani per il grande schermo, Hotel Meina (2008), che rappresenta una sorta di chiusura del cerchio nella carriera del regista tornando a occuparsi degli orrori della Seconda guerra mondiale nel rievocare la prima strage di ebrei in Italia compiuta da un reparto delle SS tedesche dopo l’8 settembre 1943 sulla riva piemontese del lago di Como.

 


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